(Martedì 2 aprile 2024) – Una porzione significativa della popolazione italiana, durante lo scorso anno, corrispondente al 42% dei cittadini con redditi inferiori ai 15mila euro annui, ha dovuto posticipare o annullare le proprie cure mediche a causa di limitazioni economiche che impediscono l’accesso al Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e alla possibilità di permettersi trattamenti e visite in ambito privato. Questo dato emerge dal 21° Rapporto “Ospedali & Salute“, frutto della collaborazione tra l’Associazione Italiana Ospedalità Privata (Aiop) e il Censis, evidenziando una crescente divisione delle possibilità di cura in base al reddito in Italia.
di Davide Lettera
Il documento evidenzia come, al di là delle fasce di reddito più basse, anche le categorie intermedie affrontino difficoltà: il 32,6% di chi guadagna tra i 15 e i 30mila euro, il 22,2% per i redditi tra 30 e 50mila euro, e il 14,7% per i redditi superiori ai 50mila euro hanno dovuto rinviare o rinunciare alle cure mediche. La ricerca segnala altresì che oltre la metà dei cittadini (53%) si scontra con lunghi tempi di attesa per le cure, spesso accettando un peggioramento delle proprie condizioni di salute.
L’inadeguatezza del sistema sanitario a soddisfare tempestivamente le necessità sanitarie ha spinto il 56% dei pazienti a rivolgersi a strutture private accreditate, rendendo evidente la necessità di questo passaggio. Interessante è notare come il 16% degli intervistati abbia cercato cure al di fuori della propria regione di residenza per accedere a prestazioni erogate dal SSN, indicando un significativo dislivello nell’offerta sanitaria tra le varie aree del paese.
Il rapporto sottolinea anche un “effetto erosivo” delle spese mediche sulla ricchezza delle famiglie, con il 36,9% dei cittadini costretti a tagliare altre spese per far fronte a quelle mediche, percentuale che sale al 50,4% tra i più poveri e al 40,5% tra i redditi medio-bassi.
Nonostante le criticità, quasi la metà degli italiani (47,7%) mantiene una percezione positiva del proprio Servizio Sanitario Regionale, con differenze marcate tra il Nord-Est (9,4% valutazioni negative) e il Sud (25,2% di insoddisfatti).
L’indagine mette in luce come gli italiani abbiano adottato strategie di “ibridazione” nelle cure, mescolando pubblico, privato accreditato e sanità a pagamento, con scelte influenzate da fattori quali reddito, capitale culturale ed età. Questa flessibilità nel percorso di cura dimostra un adattamento pragmatico alle lacune del sistema, ma evidenzia allo stesso tempo le profonde diseguaglianze nell’accesso alle cure sanitarie nel paese.
Last modified: Aprile 2, 2024