Esteri (lunedì 20 maggio 2024) – Julian Assange ha ottenuto un’importante vittoria nella sua battaglia contro l’estradizione negli Stati Uniti. I giudici dell’Alta Corte di Londra hanno accolto la richiesta di Assange di presentare un nuovo appello nel Regno Unito, scongiurando così la sua immediata estradizione.
di Davide Lettera
A marzo, la Corte aveva stabilito che Assange avrebbe potuto presentare un nuovo ricorso solo se l’amministrazione Biden non avesse fornito adeguate garanzie sui diritti di Assange, tra cui il diritto di appellarsi al Primo Emendamento della Costituzione statunitense. Le rassicurazioni fornite dagli USA non sono state ritenute sufficienti, e i giudici hanno espresso timori su un processo equo oltreoceano.
Assange è incriminato per spionaggio negli USA per la pubblicazione di migliaia di documenti riservati e rischia fino a 175 anni di carcere. L’Alta Corte di Londra ha chiesto agli USA di fornire garanzie su tre punti critici: il diritto di Assange di invocare il Primo Emendamento, la protezione da discriminazioni durante il processo, e la garanzia contro la pena di morte. Gli Stati Uniti hanno accolto solo gli ultimi due punti, risultando vaghi sul primo.
I giudici Victoria Sharp e Jeremy Johnson hanno dichiarato che Assange ha basi solide per impugnare l’ordine di estradizione del governo britannico. Alla lettura del verdetto, i sostenitori di Assange hanno celebrato con cori e applausi. Tra i presenti c’erano l’avvocato Stella Morris, moglie di Assange, e John Shipton, padre del fondatore di WikiLeaks, oltre a figure politiche e militanti di organizzazioni umanitarie come Amnesty International.
Grazie al verdetto, la lotta di Julian Assange riceve nuova linfa, nonostante il silenzio mediatico occidentale continui a pesare sulla disinformazione riguardante questa vicenda.
Last modified: Maggio 20, 2024