Esteri (lunedì 20 maggio 2024) – Kharim Khan, procuratore della Corte Penale Internazionale (CPI), ha richiesto mandati d’arresto per i vertici di Hamas e del governo israeliano in seguito agli eventi del 7 ottobre 2023 e ai mesi successivi. Le accuse contro Hamas includono omicidi, violenze sessuali e rapimenti, mentre contro il primo ministro Netanyahu e il ministro degli Esteri Yoav Gallant si contestano crimini legati al trattamento disumano della popolazione civile di Gaza.
di Davide Lettera
Nonostante Israele non sia firmatario dello Statuto di Roma, gli Stati firmatari sono obbligati a eseguire mandati d’arresto sul proprio territorio, limitando quindi i movimenti internazionali dei leader israeliani. La CPI ha giurisdizione nei territori di Gaza e Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est, dal 5 febbraio 2021.
Le accuse della CPI contro i leader di Hamas, Yahya Sinwar, Mohammed Diab Ibrahim al-Masri e Ismail Haniyeh, riguardano crimini di guerra e crimini contro l’umanità, come sterminio, omicidio, presa di ostaggi e violenze sessuali. Per Netanyahu e Gallant, i crimini includono l’affamare la popolazione come strategia di guerra e attacchi intenzionalmente diretti contro i civili.
Khan ha evidenziato la necessità di proteggere l’ufficio della CPI da atti di intimidazione, sottolineando che i funzionari della Corte sono spesso minacciati per il loro lavoro. Netanyahu conta sull’appoggio degli Stati Uniti per eludere il mandato di arresto, nonostante abbia minacciato ulteriori pressioni sull’Autorità Palestinese.
La CPI, con sede a L’Aja, si occupa di crimini contro l’umanità, genocidi, crimini di guerra e crimini di aggressione. Pur avendo un forte valore simbolico, questa decisione sottolinea la crescente stanchezza dell’Occidente nei confronti della politica militare di Israele contro Gaza, che dura da quasi otto mesi e ha causato oltre 35 mila vittime civili.
Last modified: Maggio 20, 2024
