Siracusa (domenica, 21 luglio 2024) – Tra il 2018 e il 2019 i siti archeologici siciliani sono stati raggruppati in 13 parchi, aggiungendosi a quello della Valle dei Templi, istituito nel 2000, per formare il cosiddetto sistema dei parchi archeologici siciliani.
di Davide Lettera
Questo modello nasce con l’intento di sviluppare un piano strategico di crescita regionale nel settore culturale. I parchi dovrebbero rappresentare la soluzione alla mala gestione dei siti archeologici siciliani, spesso trascurati o abbandonati.
Tuttavia, l’istituzione dei parchi è una storia travagliata, sintomatica di un sistema di tutela e valorizzazione che fatica a diventare un asset strategico per la regione. Questa difficoltà è dovuta a diversi fattori, tra cui la mancanza di una progettualità gestionale consapevole e l’uso distorto delle politiche assunzionali, come denunciato nel 2017 dal procuratore generale Pino Zingale.
La normativa schizofrenica dei decisori politici, la riduzione dei fondi e la carenza di personale tecnico sono solo alcune delle criticità che affliggono il sistema. Nonostante ciò, ci si interroga se i parchi possano realmente risollevare un settore così cruciale per la cultura e l’economia della Sicilia.
La prima disposizione per l’introduzione di un sistema di parchi archeologici in Sicilia risale a oltre trent’anni fa, ma è rimasta inattuata fino al 2000 con la legge che ha istituito il parco archeologico della Valle dei Templi. Questa legge ha introdotto importanti novità, tra cui l’autonomia scientifica, organizzativa, amministrativa e finanziaria dei parchi e un ruolo forte per il direttore, supportato da un comitato tecnico-scientifico.
Nonostante un decreto del 2001, i parchi sono stati istituiti solo nel 2018 grazie all’iniziativa di Sebastiano Tusa, assessore ai Beni Culturali, completata dal presidente della regione dopo la sua prematura scomparsa nel 2019. Oggi, il sistema dei parchi archeologici siciliani, dopo vari rimaneggiamenti e accorpamenti, comprende 14 parchi, tra cui due nel Siracusano.
Il parco di Siracusa gestisce diverse aree tra cui la Neapolis, il Museo Paolo Orsi, il Castello Eurialo e l’area archeologica di Akrai. Un altro parco, con sede a Lentini, gestisce il sito archeologico di Leontinoi.
Nonostante le criticità, come quelle osservate nel sito di Megara Iblea, il sistema dei parchi necessita ancora di anni di rodaggio. Una maggiore attenzione bipartisan, priva di logiche clientelari, e il contributo di una nuova generazione di professionisti potrebbero avviare un processo virtuoso. I dati incoraggianti provenienti dal parco della Valle dei Templi suggeriscono che il modello può avere successo nel lungo periodo. Speriamo che il sistema continui a migliorare e a valorizzare il ricco patrimonio culturale siciliano.
Last modified: Luglio 21, 2024