La relatrice speciale ONU, Francesca Albanese, ha sollevato pesanti accuse contro Israele, affermando l’esistenza di “ragionevoli motivi” per sostenere che il paese abbia perpetrato atti di genocidio nei confronti della popolazione palestinese di Gaza. Nel suo rapporto, intitolato “Anatomia di un genocidio”, Albanese evidenzia la possibilità che siano stati compiuti crimini di pulizia etnica, basandosi su un dettagliato esame degli eventi recenti.
di Davide Lettera
Nonostante le affermazioni della relatrice, incaricata dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, sia Israele che gli Stati Uniti hanno espresso forte opposizione alle conclusioni del rapporto. La rappresentanza israeliana presso le Nazioni Unite ha categoricamente rifiutato le accuse, criticando il rapporto come parte di una campagna contro l’esistenza dello Stato ebraico. Parallelamente, un funzionario statunitense, pur preferendo rimanere anonimo, ha dichiarato che gli USA non trovano basi credibili per le accuse di genocidio mosse contro Israele, definendo il mandato della relatrice palesemente prevenuto contro il paese.
Inoltre, il rapporto di Albanese menziona tentativi di trasferimento forzato dei palestinesi da Gaza, con l’obiettivo di sostituirli con coloni israeliani, un’azione che rafforza l’accusa di pulizia etnica. Queste affermazioni arrivano in un momento delicato, con la Corte internazionale di giustizia de L’Aia recentemente interpellata per valutare le presunte violazioni israeliane.
La controversia intorno al rapporto di Albanese, e le sue implicazioni, evidenziano la profonda divisione tra le posizioni internazionali riguardo le azioni di Israele nei confronti dei palestinesi, ponendo ulteriori sfide al già complesso scenario del Medio Oriente.
Last modified: Marzo 26, 2024