SIRACUSA (mercoledì 22 maggio 2024) – Il 4 maggio scorso, un detenuto del carcere di Cavadonna si è suicidato nella sua cella, sollevando gravi questioni riguardanti la gestione dei trasferimenti e le condizioni all’interno della struttura. L’Amministrazione penitenziaria aveva richiesto, già a giugno 2023, il trasferimento del detenuto presso una Comunità di Recupero o una CTA (Comunità Terapeutica Assistita) sulla base di una relazione sanitaria. Tuttavia, questo trasferimento non è avvenuto in tempo utile.
Di Daniel Caria
Giovanni Villari, Garante per i Diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Siracusa, ha visitato il carcere e parlato con il Comandante del Corpo di Polizia Penitenziaria, il Commissario Militello. Durante la visita, Villari ha ispezionato il Blocco 10, dove si trovava il detenuto suicida. Attualmente, il corridoio al piano terra, luogo dell’incidente, è in fase di ristrutturazione. I lavori sono eseguiti da operai detenuti selezionati, contrattualizzati e remunerati, con il supporto di una ditta esterna per le operazioni di adeguamento delle stanze ad uso speciale e successiva disinfestazione e risanamento.
Un altro problema significativo emerso durante la visita è l’infestazione da scabbia nella sezione. Villari ha suggerito al personale del cantiere e al Direttore dell’Istituto, Tiralongo, di creare un distanziamento tra le finestre delle celle a piano terra e l’area verde adiacente. Questo potrebbe ridurre la proliferazione di parassiti, favorita dalla presenza di guano di colombi. La proposta prevede l’allargamento del cordolo di cemento già esistente per aumentare la distanza tra le celle e la vegetazione.
Il sovraffollamento rimane un problema grave nel carcere di Cavadonna, aggravato dalla presenza di detenuti che necessitano di terapia psichiatrica. La carenza di personale penitenziario rende impossibile l’utilizzo dell’area verde designata per i colloqui tra detenuti, mogli e figli minori. Inoltre, la carenza di personale sanitario è critica: dai turni di maggio risultano 29 turni scoperti, di cui 12 notturni, per un totale di 180 ore non coperte.
L’ultima parte della visita di Villari è stata dedicata al Blocco 20, dove persistono problemi di infiltrazioni d’acqua dai solai. Questo, insieme agli altri problemi strutturali e organizzativi, richiede interventi urgenti per garantire condizioni dignitose per i detenuti e per il personale.
Last modified: Maggio 22, 2024